IL BAGNO Oggi e Domani – giugno 2014


UNA CASA PER I SENSI

IL LABURISTA INGLESE ANTHONY CROSLAND, A METÀ DEL SECOLO SCORSO, SOSTENEVA CHE “LE COSE CHE UNA GENERAZIONE CONSIDERA UN LUSSO, LA GENERAZIONE SUCCESSIVA LE CONSIDERA NECESSITÀ”. UNA DICHIARAZIONE OLTREMODO VALIDA PER TUTTO CIÒ CHE RIGUARDA LA CULTURA DELL’IGIENE E DEL BENESSERE.

Spazi interni che conquistano grandi superfici, rivestiti di essenze pregiate, arricchiti da decorazioni ricercate e ostentate, pervasi da materiali e tecnologie all’avanguardia. Potremmo forse definirli luoghi di lusso? Troppo semplice. Soprattutto in un epoca dove in molti hanno raggiunto uno stato di benessere economico che consente loro di possedere e godere di questi ambienti. L’affermazione di Antony Crosland, nel caso dell’ambiente bagno, è ampiamente condivisibile. Basti pensare a quando la sala da bagno interna al volume abitativo era appannaggio esclusivo delle abitazioni di ricchi signori, e come poi nel tempo sia man mano divenuta esigenza di tutti. E’ necessario quindi distinguere un progetto che semplicemente risponde alla norma da ciò che si esprime materializzando le emozioni, i desideri, le suggestioni ed i sogni, concetto che va ben oltre l’uso di oggetti di valore o componenti hi-tech.

UN ESEMPIO ELOQUENTE
L’intera idea progettuale e punto focale del lavoro di  Alessandro Marchelli, interor designer e creatore del progetto in fase di realizzazione e anticipato in queste pagine, trae ispirazione, per sua stessa dichiarazione, dal pensiero di due grandi maestri dell’architettura contemporanea. Il primo è Oscar Niemeyer che scriveva: “Non è l’angolo retto che mi attrae e nemmeno la linea retta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Ciò che mi attrae è la curva libera e sensuale. La curva che incontro nelle montagne e nei fiumi del mio paese, nelle nuvole del cielo, nelle onde del mare nel corpo della donna preferita. Di curve è fatto tutto l’universo. L’universo curvo di Einstein”. Questa affermazione, combinata con il pensiero di Ettore Sottsass: “Creare design e fare architettura vuole anche dire disegnare un posto dove, al tramonto, due amici seduti per terra si raccontano, adagio, le storie della loro vita” da energia alla creatività dei progetti del nostro
architetto.

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